European Accessibility Act (EAA) e Direttiva UE 2016/2102
Il 28 giugno 2025 entreranno in vigore le disposizioni dell’European Accessibility Act (EAA), che stabilisce nuovi obblighi sull’accessibilità digitale, in linea con la Direttiva (UE) 2016/2102. ma poniamoci alcune domande:
Cosa significa avere un sito accessibile?
Chi è tenuto ad adeguarsi e deve necessariamente aggiornare il suo sito?
Quali vantaggi può portare questo aggiornamento?
Iniziamo a capire cos'è un sito web accessibile?
Un sito web accessibile è progettato e sviluppato per essere utilizzabile da tutte le persone questo significa persone con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive. Il sito web dovrà quindi necessariamente avere queste caratteristiche:
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Testi leggibili con screen reader (lettore vocale)
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Contrasto sufficiente tra testo e sfondo
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Possibilità di navigare da tastiera
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Sottotitoli nei video
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Layout chiari e coerenti
L’obiettivo è garantire parità di accesso alle informazioni per tutti gli utenti.
A chi si applica la normativa?
Secondo la Direttiva (UE) 2016/2102 e il nuovo European Accessibility Act, l’obbligo di rendere accessibili i siti e le app si applica a:
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Enti pubblici (Comuni, Regioni, Scuole, Università, ecc.)
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E-commerce e fornitori di servizi digitali (banche, trasporti, comunicazioni, ecc.)
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Grandi imprese in settori strategici che forniscono servizi al pubblico
Sono invece esclusi (per ora) i siti privati di piccole realtà, come:
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Studi professionali
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Ristoranti
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B&B e strutture ricettive
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Artigiani e piccole attività locali
Tuttavia, gli Stati membri possono estendere l’obbligo, e in futuro è probabile che le regole si allarghino a molte altre categorie.
Perché rendere accessibile il proprio sito, anche se non è obbligatorio?
Anche se non si è tenuti per legge, adottare le pratiche di accessibilità porta numerosi vantaggi concreti:
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Migliore usabilità per tutti gli utenti
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Aumento della visibilità sui motori di ricerca (Google premia i siti accessibili)
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Maggiore credibilità e reputazione
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Accessibilità futura già garantita (evita costosi aggiornamenti in extremis)
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Inclusione sociale: un gesto etico e responsabile
Caso pratico: Joomla
Chi usa Joomla è avvantaggiato: il CMS integra già un sistema di accessibilità che può essere attivato e configurato. Questo riduce tempi, costi e complessità dell’intervento.
Quanto costa rendere un sito accessibile?
Molto dipende dalla tecnologia usata e dalla complessità del sito. Tuttavia, l’accessibilità non deve essere per forza costosa: nei CMS più moderni, le funzionalità base sono spesso già disponibili.
Per esempio, nel caso di Joomla, l’attivazione del sistema integrato può essere effettuata anche in autonomia. In alternativa, molte agenzie (compresa la nostra) offrono pacchetti chiavi in mano a costo una tantum, senza licenze o abbonamenti.
Se invece il sito è molto personalizzato, con page builder o template particolari, è opportuno valutare caso per caso.
Rendere accessibile un sito web non è solo un obbligo legale, ma una scelta strategica per migliorare l’esperienza di tutti gli utenti, rafforzare la propria immagine e prepararsi al futuro digitale dell’Unione Europea.